Descrizione
«Bruno… Non ho capito…» sussurra incerto Manuel.
«Nel senso che dobbiamo sempre scoprire e conoscere cose nuove, essere curiosi, non stancarci mai di fare domande e di riceverne…»
«Ah già, sì!» concorda, e sorridendo aggiunge: «Anche la mamma è curiosa, lo sai? Mi chiede sempre un sacco di cose!»
Fabio Riglietti dipinge in questo romanzo l’affresco di una Milano popolare e frenetica, nella quale però trova posto un personaggio fuori dagli schemi, Bruno, il protagonista del romanzo, un Don Chisciotte che lotta contro i danni di una certa “modernità”. Bruno ripercorre la sua storia attraverso gli oggetti che le persone gli hanno affidato perché avessero nuova vita, un percorso che lo vede garzone nel negozio del nonno, poi di suo padre, realtà che negli anni della sua crescita man mano si trasforma, come si trasforma la periferia milanese dove vive e lavora. Bruno è anticipatore di un cambiamento che vede il ritorno, forse solo parziale e momentaneo, a un consumo più consapevole, che non prevede la formula dell’“usa e getta”. Ogni oggetto ha una propria storia peculiare e per questo non merita di essere perduto, bisogna dargli una seconda possibilità. Attraverso i racconti del nostro protagonista, Fabio Riglietti ci rivela quanto, attorno a noi se non proprio “alle nostre spalle”, accadano dei fatti che, anche se assolutamente banali e dei quali ne siamo totalmente ignari, riescono talvolta irrimediabilmente a deviare il corso della nostra vita.
sary1728 –
Mi sono appassionata al tipo di vita del protagonista e all’ambiente in cui si svolge, compresi i personaggi di quartiere che vengono via via citati. Le storie legate ai diversi oggetti, da cui il titolo, sono a volte talmente intriganti da far giungere alla fine della lettura senza praticamente prendere fiato. Per chi ha dimestichezza coi puzzle, è come averne uno da montare senza riferimenti e non veder l’ora di terminarlo per sapere che immagine ne risulterà, ma, allo stesso tempo, non voler mai giungere alla fine per non interrompere il piacere di dedicarcisi.
Sara C.