Romanzo distopico, romanzo giallo
Ian Martina è un avvocato friulano trapiantato a Roma. Brillante ma apatico, misantropo e tendenzialmente pigro, svolge il suo lavoro senza entusiasmo, avendo da tempo abbandonato il suo sogno: aprire un’agenzia investigativa. Un giorno, recatosi per riparare un computer da Matteo Sermonti, geniale amico conosciuto ai tempi dell’università, viene coinvolto nella folle idea di costruire una macchina in grado di registrare i sogni, diventando il primo a testarla. A marchingegno ormai completato, l’inventore muore in circostanze ambigue e l’avvocato friulano si ritrova coinvolto in un vortice di misteri e violenza. Braccato da inquietanti personaggi, tutti recanti uno strano simbolo sopra l’occhio sinistro, e perseguitato da incubi ricorrenti, sarà costretto a una corsa contro il tempo per scoprire cosa c’è dietro al progetto della macchina chiamata Atena. Aiutato dall’eccentrico Moses Macchiavelli, ex socio dell’amico defunto, Ian dovrà svelare Le verità degli incubi, per non venirne travolto.
«Ian, ti presento Atena, la macchina cattura sogni!»
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Recensione di Silvia Cossio sunta dal blog Romance Non-stop 20/02/2023
Mistero, stranezze… Tra omicidi, morti sospette e colpi di scena, si dipana la storia. Come in un film d’azione, le immagini scorrono veloci nella mente di chi legge, in un crescendo di curiosità. Il lettore dovrà aspettare il finale per vedere tutti i tasselli andare al loro posto e trovare tutte le risposte. Particolare la figura del protagonista, un soggetto un po’ sopra le righe, irrispettoso e mezzo alcolizzato, ma dal grande intuito. […] Diversi i personaggi di contorno, tutti ben delineati nelle loro parti, più o meno consistenti, che hanno lo scopo di aumentare o dissolvere i dubbi, a seconda della situazione, o semplicemente creare dei siparietti per alleggerire la narrazione dandole un tocco di brio. Menzione d’onore, o forse dovrei dire di simpatia, agli amici mezzi delinquenti del protagonista; divertenti i loro scambi.
Stile semplice, pulito, incalzante, scrittura curata. […]
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Recensione di Valentina Nazio sunta dal blog Emonioni Imperfette 15/02/2023
Fin dalle prime pagine del romanzo ho notato come la scrittura di Davide Borgobello sia molto chiara, pulita e precisa, senza l’uso di termini troppo complessi e di difficile comprensione. Il suo modo di scrivere e raccontare la storia mi ha permesso di capire fin da subito ciò che stava succedendo ai protagonisti. […] ha inizio una sequenza di colpi di scena ben strutturata e in grado di stupire il lettore. Ho apprezzato molto questa capacità dell’autore, che ha saputo costruire una scaletta di eventi molto ben incastrati tra loro, e che hanno dato una piacevole sfumatura noir alla storia. […] Nel complesso devo dire che questo romanzo mi è piaciuto molto […]
Molto buona la narrazione e altrettanto ben fatto l’epilogo, che mi ha fatto dire: “Caspita, non me lo aspettavo!” alla fine.
Consiglio quindi a tutti di leggere questo romanzo, che siate o meno amanti del genere, in quanto avrete il piacere di leggere un romanzo che saprà tenervi incollati alle pagine senza mai annoiarvi.
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Recensione di Valerio Marchi sunta dal quotidiano Messaggero Veneto pagina 40 Culture 3 Agosto 2022
«Quello che sto per fare entrerà nella storia, aprirò nuove frontiere per l’umanità!»: l’ambiziosissimo proposito, espresso da uno dei protagonisti del libro […] ci riporta alla mente il temerario e catastrofico entusiasmo del dottor Frankenstein, impegnato a infondere la vita alla sua creatura. E, proprio come nel Frankestein di Mary Shelley, anche l’intricato thriller fantascientifico Le verità degli incubi di Davide Borgobello (WLM Edizioni) gli esiti tragici non si fanno attendere. […] «Quella macchina aveva portato alla luce il marcio, le menzogne»… e, forse, era proprio questa la sua «funzione ultima»… Comunque sia, le rivelazioni riescono solo a scalfire il mistero, mentre il futuro rimane aperto e inquietante (altra analogia con il Frankenstein). Ciò detto, la “creatura” di Borgobello, ricca di colpi di scena, è senz’altro originale nell’intreccio, nell’ambientazione, nella costruzione dei personaggi, nella struttura narrativa, nello stile. In filigrana, poi, pulsano vene di ironia e di umorismo […]. Sono curiosi e divertenti, sia il continuo avvicendamento tra la lingua friulana e la parlata romanesca sia gli incroci fra due mondi così diversi.