Romanzo young adult o di formazione con finale noir
Altro che gli umani. Sono gli animali che riescono a essere felici. Sono loro che non hanno il dopo. Invece noi abbiamo le conseguenze, abbiamo il futuro che ci tormenta.
Parigi. Dominic Robert sta per compiere diciannove anni e, tra qualche mese, dovrà anche affrontare l’Esame di Maturità. Figlio di genitori separati, non vive la sua condizione come un problema, anzi, con il padre ha un ottimo rapporto, complice, profondo. Ciò che invece rischia di minare il fragile equilibrio della sua età è la matematica e, soprattutto, chi la insegna. Si tratta di un giovane professore che, per i modi particolarmente feroci con cui si relaziona alla classe, viene da tutti soprannominato Pugnale. Dominic ha sempre evitato di cedere alle provocazioni di questo demone vestito di nero, ma una tragica circostanza lo obbliga a un cambiamento. Con la mente affollata di nuove e urgenti domande capisce che una, su tutte, s’impone e pretende una risposta. Caduta nel piatto della sua esistenza comincia a scavare dentro di lui e ad agire sulla sua parte oscura.
“Sapevo che sarebbero arrivati i dubbi. Arrivano sempre quando stai per chiudere la porta.”
wlmedizioni –
Recensione di Luisa Debenedetti del romanzo LA DOMANDA CHE HAI NEL PIATTO di Moran Beaumer sunta dal blog Librierecensioni.com 22 Marzo 2019
“La domanda che hai nel piatto”, di Moran Beaumer, è uno svelto romanzo che si tinge di noir, raccontato in prima persona da Dominic, un ragazzo parigino che frequenta il quinto anno di liceo scientifico.
L’approccio iniziale è di simpatia nei confronti di questo ragazzo che porta il lettore nel suo mondo. Il linguaggio pulito e talvolta conciso, immagino volutamente semplice quasi a far riecheggiare le voci che si odono in una scuola o in un gruppo di ragazzi qualunque, è ricco di espressioni tipiche dello slang giovanile ed è uno strumento narrativo che funziona molto bene ed arriva a toccare il cuore di chi è stato studente ma un po’ si sente ancora tale sui banchi di quella scuola che si chiama esistenza.
Dominic odia la matematica, o meglio, è il professore di matematica, soprannominato Pugnale, che gliela fa odiare. […]
Se per buona parte del libro l’autore ci porta a posare lo sguardo in quello dei personaggi che entrano in contatto col protagonista e tra le righe aleggi un’aria familiare e a tratti scanzonata, vi sono momenti in cui la penna sembra tentennare e perdersi in volute distratte e leggermente farraginose (non è da escludere che ciò serva a mettere a fuoco il bersaglio sia per l’autore sia per il lettore), nel complesso la lettura coinvolge ed emoziona.