Urban fantasy.
<<Osservò Michele, i suoi capelli chiarissimi, la pelle lattea, l’espressione dura, da bambino cattivo. Era il viso di un angelo. Un angelo caduto. Lucifero, l’angelo più bello di tutti, il più luminoso e il più oscuro>>. Matteo è una creatura notturna, un ragazzo tipicamente punk nell’aspetto esteriore e frequenta un locale che, non a caso, si chiama Inferno. La musica è l’amalgama che tiene insieme tante isole sperdute nel mare tenebroso della notte: << Il gruppo era la cosa più importante che avevano, ancora più del pub. Quando erano sul palco e suonavano, si sentivano diversi, migliori di quanto si sentissero per il resto del tempo. Giacomo, il leader, il più appariscente dei quattro, abituato a stare sempre suo malgrado al centro dell’attenzione, si ritirava dietro la grande batteria, scomparendo quasi completamente alla vista del pubblico. Per un’ora poteva rilassarsi, scordare le sue responsabilità e pensare solo a battere le bacchette contro le casse. Lorenzo, sempre timido e riservato, si scatenava, brandendo il basso come un’arma, costringendolo a battere come un cuore, ora lento come quello di un moribondo, ora veloce come quello di un innamorato. Michele e Matteo, con le chitarre, dimenticavano il loro odio reciproco e si guardavano per tenere il tempo, incitandosi l’un l’altro. Sorridendosi persino>>.
Matteo porta un trucco sugli occhi che incupisce lo sguardo e si disfa al primo chiarore dell’alba, ha la chioma crestata, indossa anfibi logori. Ma sotto il suo sguardo, solo apparentemente cinico e amorale, un angelo ferito reclina il capo e si inabissa nella morte, perché il suo amore non è ricambiato e invece Michele, il suo alter ego biondo e luciferino, non può o non vuole accettare l’amore che Matteo sarebbe pronto a offrirgli con tutto se stesso… Poi, come una magia, tutto cambia, e l’iperbole dei sensi abbatte ogni ostacolo, ogni inibizione. Innumerevoli notti umide e sporche gli avevano alitato il loro respiro pungente dentro la pelle, penetrandogli nelle ossa e nell’anima: ma adesso Matteo ha imparato a respirare l’aria fresca di quelle notti.
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