Romanzo lgbt.
Attimi che scivolano via. Attimi della mia vita che sono un fuoco che consuma i respiri e i sogni, che brucia lacrime asciugate agli occhi insonni.
Arianna Amaducci ci conduce in un labirinto di emozioni spesso contrastanti, lungo i percorsi aspri della solitudine e del dolore, ma sa donarci anche i fremiti della tenerezza e della passione, cristallizzandoli dentro le gocce d’ambra dei ricordi che non si estinguono mai. Il suo è un incessante nomadismo interiore: inseguire la felicità e sfiorarla senza mai raggiungerla, come una libellula impazzita che ti vola via dalle dita. Aggrapparsi alla vita con i denti, anche quando uno spaventoso vuoto mentale si riempie unicamente della voglia di farla finita, e domare la bestia invisibile che tenta di divorarti dall’interno. E cercare le radici passate di un disagio profondo nella ferita mai rimarginata della morte prematura del padre, nello stillicidio quotidiano di umiliazioni inflitte a una bambina ipersensibile da una madre oppressiva, nell’innocenza profanata da carezze lascive scaturite dalla penombra satura d’incenso di un confessionale… Sentire di non appartenere a un mondo arido e ostile contaminato dall’impossibilità di amare, e nonostante questo continuare a sognare di riprendere il volo, come una rondine ferita che dispiega nuovamente le ali.
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