Descrizione
Poesia. Dopo anni tormentati, passati a celare con cura i propri stati d’animo, il Pola è riuscito a maturare una consapevolezza di sé, dei propri desideri, imparando a rendere pubblico un sentimento, quello dell’amore per le persone del suo stesso sesso, che ha scoperto essere sostanzialmente identico a quello provato dalla maggioranza eterosessuale. L’affetto incondizionato nei confronti della madre, sul modello della più classica speculazione freudiana, l’ha spinto per molto tempo a trovare un equilibrio fra la voglia di esistere e il timore di perdere il suo sostegno più solido, in una società maldisposta a concedergli lo spazio necessario per vivere.
In quali danze
annodo le intenzioni,
in quali ritmi
inseguo il tuo profumo:
un lampo epidermico
risveglia l’emozione,
accenti circonflessi
parlano delle tue origini,
virgole aprono cancelli
intravisti nella nebbia.
(chiedo ancora di noi
a un immobile monumento
equestre,
mentre la piazza scintilla
una mattina appena raggomitolata)
Anteprima
LE TUE MANI
Le mani accarezzano le mani
non avendo mani e mani:
mi aggrappo a questo gioco
con avida inappetenza:
la pelle si sfoglia in pelle
dove arrivano le tue mani:
mille sorprese e dita
trillanti farfalle,
mille scoperte e unghie
intinte arcobaleno:
sarà tuo quel ventaglio
ricamato in oro e perle
stretto in mano a un batticuore.
TU
In quali danze
annodo le intenzioni,
in quali ritmi
inseguo il tuo profumo:
un lampo epidermico
risveglia l’emozione,
accenti circonflessi
parlano delle tue origini,
virgole aprono cancelli
intravisti nella nebbia.
(chiedo ancora di noi
a un immobile monumento equestre,
mentre la piazza scintilla
una mattina appena raggomitolata)
IDENTITÀ
La notte raccogli coltelli
(onde di lago lunghissime
lampeggiano il plenilunio):
la brughiera profuma lavanda,
tonfi lontani nel cielo spostano
l’aria alle luci artificiali:
ti intravidi specchiarti
(onde di lago tratteggiate),
ma non erano più tue le labbra
neppure le pieghe del viso,
sembravi tu quel buio
o forse l’essenza della luna.
ORA
a Claudio
Petali soffiati nel vento,
spinti da un gelido vento,
(ritrovo con me una tua immagine
in un cassetto ricolmo di noia):
vorrei sapere dove arpeggino
le tue mani levigate
dalle strette formali,
mi appoggerei ancora piano
per sentirne le pieghe vive,
ma son steli spezzati
i nostri vecchi colloqui
e non vorrei immaginare
nel vento il tuo saluto
col palmo rivolto a un soffio
non so se di vento o di noia.
VANITÁ
Sfiorino adesso la cera della candela
le tue mani nei guanti in pelle,
ne rilascino poi un cauto canto
le labbra sospese tra un dire e un fare,
ne parlino molto i tuoi occhiali
lenti sulle onde del campo fiorito:
(ti ho visto passare senza guardare
in un’altra ribellione codificabile
e nuvole striate proseguivano
la tua muta traiettoria –
non ho pronunciato il tuo nome
tenendo a mente quei libri
dove in ogni pagina specchiammo noi)
LUCIANA
Un lampo ha illuminato
improvviso e sapiente
un abbraccio di gigli
sul tavolo di cristallo
nella sala a tende pesanti.
Luciana,
ricordo ora il tuo sorriso
la voce timida e coraggiosa
di chi negli occhi porta
tante giornate di sole,
quando non volere nuvole
è la cura alla malinconia:
vorrei sapere cosa pensi
(la tua anima è qui ?)
Ora sei tu quel fiore
e mi dici: “Coraggio”
mentre cambio ancora treno.
PRIMAVERA
I tuoi alberi rifioriscono
creando uno spazio nuovo:
il giardino lampeggia
fiori e gemme:
più terso questo cielo
per chi vola senza ali:
non trovo la tua mano
tra le mie precipitose
sfumare tinte severe,
poi in una corolla vedo
la tua essenza fitta
petalo dopo petalo
profumata Primavera!
Autore
Alessandro Pola
Nato a Ovada il 25 agosto 1967, si laurea in Lettere presso l’Università di Genova. Nel 1988 pubblica la prima raccolta di poesie intitolata Frammenti di tempo. Fra il 1992 e il 1993 collabora a Novi Ligure con il gruppo Parole e cose di Gianni Caccia e Mauro Ferrari e alcune sue liriche inedite saranno inserite nella rivista Clessidra. Del 1993 è la sua prima incursione nel mondo teatrale con la scrittura del monologo Oltretutto per l’attore Jurij Ferrini e, nello stesso anno, entra a far parte della compagnia teatrale ovadese de La soffitta. Finita l’università, comincia a lavorare con le riviste letterarie Urbs, dell’Accademia Urbense, e l’Ancora. Del 1996 è il debutto come attore nell’opera Enrico V di William Sheakespeare. Nel 1998 collabora con La compagnia dello struzzo di Strevi con cui realizza Isabella, tre caravelle e un cacciaballe di Dario Fo. Nel 2001 partecipa alla scrittura del testo Favola per la compagnia genovese L’uovo del gallo. Nel 2005 torna a recitare, ma in un cortometraggio di Paolo Baschiera intitolato La madre di se stessa. La sua vera passione, però, resta la poesia e dopo l’incontro con Sandro Gros Pietro nascono le opere Legami (Genesi 1997) e Tessere blu (Genesi 1997). La vera svolta nella sua attività letteraria si compie con l’adesione al Progetto Ganimedia, che lo porta alla pubblicazione della breve raccolta Lampi, rose e dita per un ragazzo ispido (2006). Segue la raccolta poetica L’amore, naturalmente! (WLM 2008). Alcuni suoi versi, inoltre, saranno inclusi nell’antologia di poesia gay e lesbica Cuori smascherati (Ananke 2006) e Il volo di Ganimedia (WLM 2009). In più occasioni si è occupato anche di critica, con interventi incentrati sulle opere di Alessandra Boresi, Emma Caratti, Francesco D’Agosto e Roberto Vago. Attualmente vive e lavora ad Acqui Terme in provincia di Alessandria.
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